top of page

Regolamenti comunali per impianti di telefonia mobile: come redigerli?

  • Immagine del redattore: Gabriele De Luca
    Gabriele De Luca
  • 21 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

In una società sempre più connessa, la diffusione degli impianti di telefonia mobile rappresenta una necessità infrastrutturale imprescindibile. Tuttavia, la loro installazione non è esente da criticità, specie quando si tratta di conciliare l'interesse pubblico alla copertura del servizio con l'esigenza di tutela del territorio e della salute dei cittadini. La sentenza del Consiglio di Stato n. 5629 del 6 luglio 2022 affronta proprio questo delicato bilanciamento, offrendo importanti chiarimenti.


Il nodo giuridico: pianificazione urbanistica vs. installazione impianti


La questione ruota attorno alla competenza dei Comuni nella regolazione dell’installazione delle stazioni radio base per la telefonia mobile. Secondo il Consiglio di Stato, i Comuni non possono esercitare tale potere in maniera indiscriminata o arbitraria, ma devono muoversi all’interno di uno specifico perimetro normativo tracciato dall’art. 8 della Legge n. 36/2001 (legge quadro sull’inquinamento elettromagnetico).

La Corte chiarisce che la sede appropriata per regolare l’insediamento urbanistico degli impianti e la tutela da campi elettromagnetici è quella della programmazione regolamentare, che consenta un confronto con i gestori del servizio. Solo in tale sede è possibile verificare, in modo partecipato e tecnico, la reale idoneità dei siti individuati dal Comune.


Una competenza “aggiuntiva”, non esclusiva


Secondo i giudici di Palazzo Spada, la potestà dei Comuni non è di tipo esclusivamente urbanistico, ma si configura come una competenza “aggiuntiva e diversa”, attribuita dalla normativa statale per consentire una migliore disciplina d’uso del territorio. In tale ambito, è legittimo adottare misure che riducano l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, purché queste non si traducano in un divieto assoluto o in un ostacolo eccessivo alla diffusione degli impianti.


Il principio della partecipazione procedimentale


Un ulteriore punto qualificante della sentenza è il richiamo al principio di partecipazione. I procedimenti, infatti, secondo la Corte, devono garantire al privato-Gestore la possibilità di presentare osservazioni e integrazioni in caso di carenze o vacuità, rendendo il procedimento ispirato alla massima trasparenza e confronto. Tale principio può essere esteso anche ai processi di redazione dei Regolamenti e Piani antenne, che debbono essere aperti alla partecipazione di chi ne abbia interesse, Gestori e cittadini inclusi.


Conclusioni: un equilibrio necessario


La sentenza n. 5629/2022 rappresenta un importante punto fermo nell’equilibrio tra esigenze tecnologiche e tutela del territorio. I Comuni hanno strumenti per intervenire, ma devono farlo in modo programmato, tecnico e dialogico, evitando posizioni non supportate documentalmente. Solo così sarà possibile garantire uno sviluppo armonico delle reti di telecomunicazione, nel rispetto dei valori costituzionali della salute, dell’ambiente e della concorrenza.


Desideri copia della sentenza o una consulenza specifica?

Contattaci ai recapiti in basso e fissa un appuntamento, anche in video-conferenza.

Comments

Rated 0 out of 5 stars.
No ratings yet

Add a rating
bottom of page