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Concessioni balneari: secondo il TAR Liguria la riforma del 2024 imporrebbe le gare, non le proroghe

Immagine del redattore: Gabriele De LucaGabriele De Luca

Una nuova sentenza torna a gettare nel caos il comparto legato al turismo balneare in Italia.


Nel settembre 2024 il Governo ha emanato un decreto che prorogava la validità delle concessioni balneari fino al 2027, o, per meglio dire, ha concesso ai Comuni un termine ultimo per l'avvio delle gare fissato al 2027.


Come precedentemente da noi analizzato e spiegato, già prima del 2024 il Consiglio di Stato aveva chiarito come le proroghe automatiche di concessioni d’uso di beni pubblici si ponessero in contrasto con il diritto Ue.


Ebbene, il Tar Liguria recentemente si è espresso in rigetto della tesi per la quale vi sia stata nel 2024 una nuova proroga delle concessioni sulla scorta di un accordo tra Italia e Commissione UE.


I giudici del TAR ligure hanno sottolineato a tal proposito che non esiste alcun documento che possa provare un accordo tra l’Italia e l’Ue che stabilisca l'ammissibilità di una nuova proroga.

Inoltre, gli accordi orali interistituzionali - invocati dal Governo italiano -, anche ove fossero esistiti, non avrebbero potuto prevalere su fonti primarie del diritto Ue o derogare alle pronunce della Corte di Giustizia dell’Ue che se ne pongono in attuazione e/o che provvedono alla loro interpretazione autentica.


Il TAR nel pronunciarsi ha sottolineato che “…non risulta esistente un documento scritto racchiudente tale patto; (…) in ogni caso, un simile accordo non potrebbe prevalere sul dictum della Corte di Giustizia in ordine all’incompatibilità unionale del rinnovo automatico delle concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative, essendo la Curia europea l’organo deputato all’interpretazione autentica del diritto eurounitario, con effetti vincolanti sia nei confronti delle autorità nazionali che delle altre istituzioni dell’Unione.”


Come già affermato, quindi, il decreto del 2024 non fornisce alcuna soluzione al problema delle concessioni, per lo meno nel senso inteso e auspicato dagli attuali concessionari.


La pronuncia, pertanto, apre le porte a che altri tribunali amministrativi italiani si conformino alla decisione, sicché la riforma del 2024 verrebbe ad essere interpretata univocamente nel senso che:

  • i Comuni sono tenuti a completare tutte le gare nel periodo che intercorre tra il 2024 e il 2027.

  • non sussistono proroghe automatiche, quindi le gare che verranno avviate fino al 2027 non solo sono legittime, ma sono addirittura rigorosamente applicative della riforma approvata nel 2024, la quale - anziché scongiurarle - le impone per tutte le residue concessioni balneari ancora non coinvolte da bandi pubblici.



 
 
 

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