Canone antenne 800 euro e patrimonio disponibile: il punto della Corte d’Appello di Brescia
- Gabriele De Luca
- 6 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min
È davvero sempre applicabile il canone fisso da 800 euro per gli impianti di telecomunicazione? Richiamiamo qui una recente e autorevole sentenza della Corte d’Appello di Brescia (n. 1620/2023) che ribalta le convinzioni diffuse, chiarendo quando i Comuni possono pretendere canoni più alti.
Vediamo cosa dice la giurisprudenza e perché questa pronuncia, di pregevole ed esaustiva fattura, segna un punto fermo.
La questione: impianti telefonici e canone locativo tra pubblico e privato
Nel 2022, un Comune della Lombardia ha emesso una ingiunzione di pagamento per quasi 20.000 euro contro un operatore di telecomunicazioni, per l’utilizzo di un’area destinata a ospitare una stazione radio base. L’importo comprendeva i canoni 2021 e 2022, pari a € 10.000 annui + IVA.
La società ha impugnato l’ingiunzione, invocando il cosiddetto “canone antenne” da 800 euro per impianto (art. 1, comma 831-bis, L. 160/2019), sostenendo che:
la norma è imperativa;
ogni pattuizione diversa è nulla;
la clausola contrattuale sul canone è quindi illegittima.
Il Tribunale di Cremona aveva dato ragione alla società, riducendo il canone contrattuale a 800 euro. Ma in appello le cose cambiano radicalmente.
Sentenza Corte d’Appello di Brescia n. 1620/2023: il canone da 800 euro NON SI APPLICA sempre
Secondo la Corte "Il canone fisso da 800 euro è applicabile solo se l’impianto è installato su un bene demaniale o del patrimonio indisponibile".
Nel caso esaminato, il terreno:
era parte del patrimonio disponibile del Comune lombardo;
era stato locato con contratto privatistico;
era destinato a produrre reddito, non a un servizio pubblico comunale.
Quindi, nessun limite di legge impediva alle parti di stabilire liberamente il canone. Solo per i beni indisponibili si applica il canone da 800 euro ai sensi dell’art. 1, comma 831-bis, L. 160/2019.
Il bene diventa “indisponibile” perché l'antenna fornisce un servizio pubblico?
Inoltre, installare un’antenna non cambia la natura dell'immobile. “Il fatto che il bene venga utilizzato per un’attività di pubblica utilità non lo trasforma in patrimonio indisponibile” (Corte Appello Brescia, 1620/2023).
La sentenza cita anche la Corte d’Appello di Milano (n. 3638/2022), che aveva già espresso un principio simile: “La locazione di un’area da parte di un Comune a una telco non determina automaticamente la natura pubblica del bene.”
Il canone unico (CUP) antenne da 800 € ha confini precisi
Il canone fisso da 800 euro non è un diritto automatico. Prima di impugnare un’ingiunzione o contestare un canone, occorrerebbe che i Gestori verificassero effettivamente la natura giuridica del suolo. In questo senso la sentenza n. 1620/2023 della Corte d’Appello di Brescia è chiara: il canone fisso da 800 euro si applica solo per occupazioni su beni pubblici non disponibili.
I Gestori che firmano contratti di locazione su beni comunali disponibili, senza verificarne la natura, devono comunque pagare quanto pattuito.
Un segnale forte anche per le future controversie tra enti locali e operatori telco, in un settore dove la chiarezza normativa è più che mai urgente e necessaria.
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