Quanto dura uno sfratto?
Quanto dura uno sfratto in ragione di una locazione ad uso abitativo? Questa è la domanda alla quale più spesso un avvocato civilista d’esperienza si trova a dover rispondere.
Innanzitutto, occorre dire che non c’è un ordine di tempo preciso e nettamente prevedibile, poiché sulla durata di un procedimento di sfratto possono incidere fattori quali l’agenda del magistrato assegnato, la congestione del Tribunale competente, il numero di risorse a disposizione della cancelleria di riferimento, il calendario dell’ufficiale giudiziario, ecc.
Ciò detto, tuttavia, sulla base dell’esperienza di chi scrive, è possibile affermare che oggi in Italia per giungere a sfrattare un inquilino inadempiente o semplicemente moroso siano necessari dai 6 ai 9 mesi.
La messa in opera del procedimento di sfratto impone una serie di valutazioni preliminari, utili per chiarire quali sono le cause oggettive che legittimano una domanda di sfratto e raccogliere i documenti a supporto; tali attività esulano dal computo appena esposto e dipendono anche dalla collaborazione del Cliente, primo alleato del proprio legale di fiducia.
Quali sono i costi di uno sfratto?
Il costo di uno sfratto in Italia è notevole e si articola in due distinte voci:
1. Imposte, tasse, diritti.
2. Costo dell’avvocato ingaggiato.
La prima ha un importo considerevole e consiste in tutte quelle spese necessarie per far sì che lo Stato avvii la complessa macchina giudiziaria indispensabile per ottenere i provvedimenti funzionali allo sfratto. Si può stimare che, in un procedimento dal valore inferiore a 5.000 euro, l’ammontare di queste somme (c.d. fondo spese) sia di circa 700 euro e copre i costi che vanno dal deposito dell’istanza sino al secondo accesso nell’immobile da parte dell’ufficiale giudiziario per sloggiare l’inquilino.
Ovviamente questo importo può incrementare se ci sono dei crediti da recuperare oppure se l’inquilino propone opposizione allo sfratto.
Per quanto riguarda invece il costo dell’avvocato, l’importo della parcella è predeterminato da appositi tariffari, aggiornati nel 2022, che prevedono scaglioni differenti in base alla difficoltà del caso e al suo valore. Si può affermare, in via generale, che per uno sfratto per morosità con debito compreso tra 1.000 e 5.000 euro il costo di avvocato possa variare tra un minimo di 2.500 ed un massimo di 4.000 euro, sempre che non intervengano accadimenti eccezionali nel corso del procedimento (es. opposizioni tardive, opposizioni nel corso dell’esecuzione, tentativi straordinari di conciliazione, ecc.). Tali circostanze, benché ostacolino l’azione del locatore, rappresentano un serio rischio per l’inquilino, perché in caso di soccombenza questi vedrà crescere in misura consistente il debito a proprio carico in ragione delle maggiori spese legali da risarcire al locatore e/o per la temerarietà della propria resistenza che potrebbe indispettire il giudice.
Le somme investite sono recuperabili?
V’è da dire, però, che tutti i costi elencati e richiamati sono ribaltabili sull’inquilino sfrattato all’esito del procedimento; infatti, al termine dell’esecuzione, il locatore potrà sempre agire per il recupero presso il conduttore delle somme che si è stati costretti ad investire per sfrattarlo.
L’inquilino può impedire lo sfratto?
Rappresenta un vecchio mito da sfatare quello per il quale in Italia sia inefficace l’azione della giustizia in materia di locazioni e sfratti.
È, a contrario, abbastanza agevole giungere a sfrattare un inquilino, sempre che la pretesa sia validamente fondata e supportata innanzi al Giudice.
Soluzioni e situazioni utili e funzionali a resistere ai tentativi di sfratto esistono, ma implicano la sussistenza di speciali ragioni che coinvolgono valori e diritti di primaria importanza, da apprezzarsi nel caso concreto, come ad es. la presenza di anziani invalidi e senza dimora alternativa, né reddito sufficiente a garantirsi vitto, cure e/o alloggio.
Ad ogni modo, in caso di persistenza nell’immobile nonostante la convalida dello sfratto, il locatore ha comunque diritto a percepire un importo pari al canone di locazione previamente pattuito a titolo di indennizzo, oltre al risarcimento delle spese legali, interessi e danni morali ove subiti.
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